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Il più grande occhio terrestre sul cielo: L’Extremely Large Telescope.

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Come in molti avremmo sentito, da pochi giorni è giunta la notizia che l’Extremely Large Telescope (ELT) è a metà del suo completamento e, come ci suggerisce il suo nome, la sua grandezza sarà in grado di rivoluzionare la nostra capacità osservazione del cosmo. Il telescopio è situato in Cile, nel deserto dell’Atacama, a 3000 metri d’altezza e si stima che attueremo la prima osservazione con questo colosso nel 2027.

Ma sarà davvero in grado di compiere osservazioni rivoluzionarie? E come? Capiamolo subito.

Come è possibile la rivoluzione: La struttura.

L’European-Extremely Large Telescope (E-ELT) è nato durante la fase di progettazione dell’Overwhelmingly Large Telescope, precisamente quando ci si è resi conto che non sarebbe stato possibile costruire un telescopio con uno specchio di 100 metri di diametro (per l’eccessiva complessità e per i costi). Così si è passati a un diametro inferiore: l’ELT possiede 5 specchi (M1, M2, M3, M4 ed M5) dei quali il primario ha un diametro di 39 metri. Per rendervi conto della sua grandezza basta paragonarlo al telescopio più grande costruito fin’ora: il Gran Telescopio Canarias il cui specchio possiede un diametro di 10,4 metri.

Poiché per gli specchi costituiti da un unico pezzo la tecnologia di progettazione pone un limite di 8-10 metri di diametro, per costruire lo specchio primario di questo telescopio esso è stato diviso in tanti pezzi più piccoli di forma esagonale (precisamente 798 del diametro di 1,45 metri). Inoltre, per aggirare il problema dei disturbi procurati dalla turbolenza atmosferica, vengono utilizzati i sistemi di ottica adattiva.

Occhi apertissimi sul cielo.

L’ELT, con la sua osservazione ad un livello di dettaglio di 16 volte superiore ad Hubble, grazie ai motivi tecnici spiegati sopra ci aiuterà a sondare il cielo come mai prima e soprattutto ad affrontare le grandi sfide scientifiche del nostro tempo.

Sonderà esopianeti terrestri alla scoperta di forme di vita al di fuori del nostro pianeta, darà il suo contributo alla cosmologia indagando sulla materia oscura e l’energia oscura; osserverà le stelle della nostra galassia, i buchi neri e l’evoluzione delle galassie lontane fino alle primissime galassie nate poco dopo il Big Bang.

Inoltre, grazie alle straordinarie capacità di questo telescopio, gli astronomi non escludono il sorgere di nuove domande a cui speriamo di dare una risposta.

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